Storico della Malvasia è il professore Marcello Saija docente di storia nella facoltà di scienze politiche dell’università di Messina. Ha dedicato tutti i suoi studi a ricostruire la storia di questo vitigno. Mi dispiace, ma i greci non c’entrano nulla.
La Malvasia di cui tanto parlano i romani non è quella delle Lipari. Secondo Saija la vera storia è un’altra, collegata al culto di Santa Marina che a Salina ha origini nel 1622 con la costruzione di un piccolo oratorio dedicato alla beata.
Le popolazioni veneziane inseguite dai turchi si rifugiarono su queste isole, portandosi dietro la devozione per questa icona e le barbatelle della Malvasia.
Questa uva ha regalato a Salina uno splendido XIX secolo: traffici per mare con mezzo mondo, una flotta di piú di cento velieri, una popolazione superiore a 9.000 abitanti. La tragedia però era dietro l’angolo. Nel 1889 la filossera in 18 mesi distrusse i vigneti.
Non sono bastati cinquanta anni per ricominciare. Il primo a rimettere a posto gli impianti e a commercializzare di nuovo la Malvasia fu Nino lo Schiavo negli anni ’30.