Salina al tramonto ha i colori della Malvasia. Le case bianche sparse sopra tappeti di vigne ricamati da muretti filettati di capperi, si macchiano d’ambra e trattengono gli ultimi raggi di sole come topazi gettati sul tavolo verde da un bizzarro giocatore. Una tregua ai colori accesi dalla luce furiosa del giorno su fronde, vigne, orti e terra.
Col mare che spalma sull’isola una vernice liquida che dona trasparenza e profondità ad ogni angolo. Nuance e profumi che la Malvasia concentra nei suoi grappoli e li fa rivivere nel bicchiere, sintesi straordinaria di un territorio che si identifica nell’uva fino a calzarne la storia. Difficile stabilire con esattezza il principio della vite. Il dibattito è ancora oggi apertissimo fra i sostenitori delle origini greche e quelli che invece ne attribuiscono la primogenitura ai veneziani. I testi classici a cui si farebbero risalire le ascendenze elleniche del vitigno, citano piú volte la Malvasia senza però accreditarla ad un luogo preciso. E’ quella delle Lipari? Non c’è riscontro, ma nemmeno prova contraria.